"Avevo iniziato a scrivere, a scrivere molto, per dar sfogo all'emozione che mi comunicava questo brano musicale, così conosciuto e che, ascoltato in altri momenti, non era andato oltre al mio piacevole gradimento..."
Serenata per Moon
Avevo iniziato a scrivere, a scrivere molto, per dar sfogo all'emozione che mi comunicava questo brano musicale, così conosciuto e che, ascoltato in altri momenti, non era andato oltre al mio piacevole gradimento. Forse il caldo umido della sera... una boccata d’afa sul balcone e l'ho vista. Era lei, l’arcinota luna milanese d’agosto che faceva capolino dal suo mistero di vapori notturni. Una serenata per Moon... ho pensato. Ma erano troppe le parole... ho tagliato, corretto, smussato... ma non era abbastanza... “riduci, riduci” mi dicevo... “cerca le parole, l’essenziale come Van Gogh: due pennellate, un tocco di spatola...” e ho concluso.
Serenata alla luna che sorge a Milano
Serenata che fluttua nell’afa leggera
E vagheggia nell’aria un miraggio lontano
Sulle tracce di un sogno o forse chimera
Serenata notturna... un adagio d’amore
Che il frastuono del mondo vuol celare all’udito
Che traduce le note in ascolto del cuore
Incantevole tuffo nel nulla, desiderio di volo infinito
© Cesare Ferrari