Il giorno in cui Regina d’Inverno sbarcò sulla riva, il lago non era ancora ghiacciato. La scialuppa era un cigno e il piumaggio solcava irreali scenari invernali. Alla voga, ricciute farfalle dall’ali screziate...
Inverno precoce
Il giorno in cui Regina d’Inverno sbarcò sulla riva, il lago non era ancora ghiacciato. La scialuppa era un cigno e il piumaggio solcava irreali scenari invernali. Alla voga, ricciute farfalle dall’ali screziate spingevano remi imbiancati, recanti agli estremi e appena affondate gelide foglie d’enorme fattura. All’intorno, la luce finale ottobrina combatteva la bruma, gocciolando cespugli di bacche dai vibrati lamenti e chiome di cedri con acuti di aghi imploranti:
«Perché così presto giungi alla sponda? Non è ancora il tuo tempo! Non vedi il vapore che sale dal lago, i colori brillanti all’intorno, i tetti asciutti delle case nel borgo?»
Con mosse celate da velati indumenti, la regale figura pose il piede sull’erba ancor verde nel fondo, circondò con lo sguardo l’orizzonte del lago e schiuse le labbra senza verbo da dire. Un soffio, un lieve sospiro, aleggiò infreddolito nell’aria, sostenendo uno miraggio di brina che si sciolse in fredda forma vocale:
«Non ho colpa del mio stato confuso, non ho più segnali precisi… tutti hanno una loro opinione! Cambia il clima, e con lui le stagioni, per colpa del calore irradiato dall’uomo... oppure così sempre è stato… ed è il tempo a ripetere in ciclo il medesimo rito? Sta di fatto che mi devo adeguare al momento e riempir di capricci il mio stato. Non m’importa chi abbia ragione, mio unico appiglio dal costrutto sicuro è il voler di Natura che al momento si atteggia a bizzarra. Oggi imbianco di neve le rive, ma domani un sole stranito potrebbe bruciarle col fuoco, inducendo un bislacco tornado a stroncare altre vite, scelte dal caso. Tale è il senso del vivere l’oggi e confuso appare il più incerto domani».
Pur chiarito il precoce suo arrivo aleggiava un lamento ancor vago. Soffiò forte l’inclemente Regina e uno strato vacuo di neve silenziò quelle voci e il loro tiepido dire.
© Cesare Ferrari