"Adagiò il corpo su una macchia umida di muschio, reclinò la testa, un braccio le scivolò verso l’estremità delle ginocchia che teneva raccolte verso di sé. Ripiegò il dorso della mano sulla tempia a sostenere il capo che le pesava per la stanchezza..."

Condividi questa pagina su FB con gli amici 

LINK a:

FacebookFacebookFacebookTwitterInstagram

 Autore       Person.     Facebook    Twitter     Instagram

Perdere la linfa vitale

Adagiò il corpo su una macchia umida di muschio, reclinò la testa, un braccio le scivolò verso l’estremità delle ginocchia che teneva raccolte verso di sé. Ripiegò il dorso della mano sulla tempia a sostenere il capo che le pesava per la stanchezza. Il bisogno di una sosta per riposarsi un poco si era fatto ineludibile. Abbassò le palpebre e rimase così per qualche istante, assaporando la sacralità del bosco. La mente vagava libera nel nulla... finché, inconsapevole, udì la sua voce, flebile come la quiete surreale che la circondava, comunicare all’amica il pensiero che il respiro della macchia le aveva suggerito:

«Sai cosa significhi perdere il compagno della vita?»

Senza attendere risposta, chiuse completamente gli occhi e obbligò la fronte intera verso il sostegno di una mano:

«È come se uno di questi alberi venisse di colpo privato della sua linfa e le sue foglie precipitassero tutte assieme. Che resterebbe dell’albero? La vita e i colori intorno, ma dentro? All'interno il nutrimento riprenderebbe faticosamente a scorrere perché così vuole il ciclo vitale… ma sarebbe altra linfa e sarebbero altre foglie, non più nate in primavera».

© Cesare Ferrari

Tasto Home per informazioni e acquisto riguardo alle mie pubblicazioni