“Com’è possibile non essere tristi in questo umido grigiore?” pensava la città gocciolando dai tetti umori di pioggia. Non aveva un ombrello talmente abbondante da coprire i comignoli ammuffiti,...
Piove sulla città
“Com’è possibile non essere tristi in questo umido grigiore?”, pensava la città gocciolando dai tetti umori di pioggia. Non aveva un ombrello talmente abbondante da coprire i comignoli ammuffiti, le strade mai rattoppate, i giardini inzuppati, le periferie immusonite dall’incuria e dalla sciatteria dei suoi vestiti. Sperava solo in un colpo di vento bislacco del west che, ladro di primizie rubate alla riviera dei fiori, spargesse colori e profumi nell’aria. Finalmente avrebbe visto volti felici, mani tese verso l’asciutto dei coppi a salutare l’improvviso sorriso del cielo e voli di rondini tornate in fretta dal sud. Si sarebbe abbandonata a danze cubane coinvolgendo, nel ritmo delle anse stradali, vigili urbani, semafori di intenso verde colore, passanti liberi da indumenti pesanti con rinnovati pensieri solari.
Tutto sarebbe cambiato nei toni… è bello sperare nel vento che verrà domani!
© Cesare Ferrari