Svanita la luce, la sera ritira le reti acciuffa rumori, ne imbriglia gli acuti sfumando i clamori. Sospeso al filo ancor vago di un’eco lontana, attendo il silenzio in arrivo...

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Quando scende la sera

  Svanita la luce, la sera ritira le reti acciuffa rumori, ne imbriglia gli acuti sfumando i clamori. Sospeso al filo ancor vago di un’eco lontana, attendo il silenzio in arrivo, lo seguo insinuarsi nei vicoli vuoti, defilarsi da case, di giorno prive di voci, per far posto agli usati richiami... e quando la notte lo sancisce signore, mi ritrovo sul ciglio del muto suo vuoto a frenar desideri affamati di nuove evidenze che a stento trattengo dal volo. Son vertigini le loro pulsioni, impossibile impedire a impazienti, alati pensieri di tuffarsi nel mare ideale di un silenzio composto da voci difformi dai soliti suoni. Sono accese speranze le luci dei viali, volti cari e lontani gli abbaglianti dei fari, strane fitte dirette nel cuore i refrain di antiche canzoni, riprodotte da un fascio di luce lunare le voci di bimbi a me care. Dura poco l’effetto speciale… tutto spegne l’inoltrata alternanza notturna, tutto scivola ai lati del sonno, dolce approdo per scafi pensieri, ricettore silente di dormienti velieri.

© Cesare Ferrari

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