C’era un lago, circondato da boschi e picchi imbiancati, che Nemo colmava di fole e segreti. Sugli strati dove tutto traspare...

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Il sogno di Nemo

C’era un lago, circondato da boschi e picchi imbiancati, che Nemo colmava di fole e segreti. Sugli strati dove tutto traspare si vedeva affermato pittore e nei verdi riflessi appuntiti percepiva giganti di popoli antichi. Una macchia di rosso epilobio, sfumato magenta, circondava le sponde isolate del ridotto bacino e un airone, una zampa nascosta, vigilava, aguzzando la vista. Era un sogno di Nemo esser tal pescatore. Con due giravolte di tango si tuffava in un punto profondo e nuotando con pinne e boccaglio provocava nei pesci un subbuglio. Non contento, sopraggiunto ingegnere, si inventava sul fondo del lago il più rapido ed intrepido scavo. Senza ruspe e usando le mani, ricavava un buco studiato a tal punto da sortire nei pressi di uno stelo di giunco. Era forte la selce, resistente seppure ben lasca, s’adattava al suo volere sfizioso di pesca. Insieme alla lenza calava una rete con maglie intrecciate di attese… Scendeva lenta lenta la bruma, trascinando la sera e un quarto di luna. Il mattino spegneva la sete di Nemo che alzava la rete contento, persuaso che, dentro, ci fosse rimasto impigliato l’incanto.


© Cesare Ferrari

 

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