Erano in molti a definire Angelino un ragazzo svampito, per certo immerso in un mondo irreale. Da quando, per caso, era entrato nella biblioteca al cantone, per lui leggere s’era fatta passione...

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Lo svampito Angelino

  Erano in molti a definire Angelino un ragazzo svampito, per certo immerso in un mondo irreale. Da quando, per caso, era entrato nella biblioteca al cantone, per lui leggere s’era fatta passione. Varcata la soglia, traeva un profondo respiro, si riempiva i polmoni d’elisir celluloso fresco di stampa, misto al ristagno di vecchi volumi e… via a scegliere il libro del giorno. Tremava la mano a vagliare l’opzione della nuova avventura.

    A casa, la sera, terminato ogni impegno, accendeva una luce piccina, salutava gli affetti nella stanza vicina, si sdraiava sulle coltri del sogno promesso… e leggeva, leggeva finché la presa del libro lo afferrava a tal punto da trovarsi attore presente in ogni riga fatta vivente. Il suo lume era lampada appesa ad un filo annodato alla punta maggiore di un quarto lunare, mentre il letto era lui, all’estremo del poggio offerto dal mento dell’astro ammantato d’argento. Ogni pagina era un grado di giro nella trama che toglieva il respiro, e man mano che il finale si faceva vicino, la notte pian piano svelava il mattino.

  Era chiara ormai la luce del giorno. L’assonnato Angelino ritirava i suoi libri di scuola appoggiati nel sogno ancora latente, ma le nubi, gli stormi pensieri, restavano impressi nel suo fantastico mondo di ieri.

© Cesare Ferrari 

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