"Li ha dapprima intravisti, poi ne ha annusato l’odore di muschio e in un soffio, guardandosi intorno, si è accorto di calcare anni autunnali..."

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Aliforme

Li ha dapprima intravisti, poi ne ha annusato l’odore di muschio e in un soffio, guardandosi intorno, si è accorto di calcare anni autunnali. Sa che la strada si stringe, ma ha imparato a volare. Aliforme, la fata d’autunno, ha cosparso il sentiero di foglie apparenti che sotto le grinze, le rughe, le pieghe nascondono una tal polverina...

Dal nuovo orizzonte, il vegliardo s’accorge di quanto abbia amato la vita e quanti i doni ricevuti in cammino, intendendo donato anche ciò che male gli ha fatto. È crudo il dolore, ma fortifica, smussa, arrotonda e insieme al duro mestiere di uomo prepara lo spirito al volo.

La strada sarà presto un sentiero, ma egli confida nella magia della polvere: alto, lo sguardo sorvoli il pertugio terreno e individui certezza futura in ragione di ogni amore vissuto…

Sia breve l’ultimo spazio di terra da percorrere in un solo respiro, largo e profondo, che consenta il passaggio in apnea di quell’ultimo volo, anch’esso donato.

© Cesare Ferrari

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