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Folle cronaca di un pazzo Ferragosto

Quel mattino a Porto Ameno nevicava. Nulla di strano se non fosse stato il quindici di Agosto. Tuttavia nessuno ci faceva caso. I bagnanti erano distesi sulla riva del lago in costume da bagno e si godevano il sole che non c’era, i bar continuavano a tenere aperti gli ombrelloni e a servire bibite ghiacciate ai clienti sempre più accaldati. Nessuno sembrava accorgersi di quel fenomeno del tutto eccezionale. Risultava inspiegabile il motivo per cui anche le persone in arrivo da altri luoghi continuassero a ignorare il cambiamento climatico repentino e la temperatura scesa di colpo intorno allo zero. Quella bolla pazza di inverno improvviso risultava trasparente, le persone si comportavano come se fosse il solito ferragosto afoso. Anche quando un velo sottile di neve aveva cominciato ad evidenziarsi sulle strade e a spolverare di bianco le rive del lago, nessuno aveva fatto una piega, non un plissé, un accenno di cambiamento rispetto alla solita routine della Festa dell’Assunta.

Uniche ad accorgersi di quel pazzo ferragosto erano state le sonde meteo e le videocamere di sorveglianza che avevano registrato il comportamento anormale del clima e delle persone. Come era logico aspettarsi, la notizia, rilevata nei centri meteo e prontamente riportata dalle agenzie di stampa, aveva subito occupato le prime pagine dei mezzi di comunicazione.

Gli esperti, nel tentativo di spiegare l’abnormità climatica, avevano posto sul tavolo le più azzardate e fantasiose ipotesi scientifiche, tutte in contrapposizione tra loro.

Qualcuno affermava che il fenomeno fosse imputabile a una bomba di neve dovuta al sempre più repentino mutamento climatico, altri all’ozono accumulato sul lago, al calendario degli Aztechi, all’inclinazione dell’asse terrestre. Alcuni gruppi social parlavano di miracolo dell’Assunta, mentre opinionisti alla moda avevano messo in campo le fattucchiere di Benevento che già sembrava avessero generato strani fenomeni a Malevento.

Tutti si erano concentrati sull’unicità dell’episodio meteo in quanto tale, ma nessuno aveva azzardato ipotesi riguardo alla non reazione delle persone evidenziata nei filmati, anomalia ancor più allarmante.

Solo Ignota, una psicologa intervistata per strada, aveva fornito un parere esplicativo in merito ad un fenomeno sociale da indagare. In un video pubblicitario, ampiamente diffuso dai media e divenuto virale nei network, una situazione del tutto analoga fungeva da scenario per il lancio di un prodotto chiamato “Indifferenzina”. Mentre la neve scendeva su un paesaggio da brividi, nel breve spot la vita estiva su una spiaggia procedeva come se nulla fosse. E la ragione era da attribuirsi alle proprietà definite superlative di un nuovo integratore alimentare. Secondo lo speaker che ne decantava le proprietà, il prodotto era in grado di attenuare fino ad azzerare nell’organismo ogni effetto climatico avverso. La voce del video concludeva con un messaggio altamente suggestivo: “Imprimetevi bene nelle mente: ‘Indifferenzina’, basterà coniugarne il nome e vi sentirete subito a vostro agio con qualsiasi temperatura”.

Secondo Ignota, vera o falsa che fosse la pozione miracolosa, a Porto Ameno, immersi in quel paesaggio invernale ferragostano, sembrava che tutte le persone coinvolte nella bolla anomala avessero fatto scivolare da una porticina dell’inconscio il messaggio subliminale, piombando in uno stato di ipnosi collettivo, come se avessero realmente assunto una dose del prodotto.

La psicologa proseguiva la sua intervista evidenziando come, sempre con maggior evidenza, i comportamenti delle persone si allineassero a quelli proposti dai contenuti pubblicitari. Concludeva affermando che, di quel passo, le persone sarebbero diventate degli automi, veri e propri replicanti di scenari simulati, incapaci di agire di fronte a un contesto reale diverso da quelli virtuali proposti. In tali circostanze il rischio di avere masse paranoiche che agissero in modo imprevedibile e sconsiderato sarebbe stato più che probabile.

Non essendoci stato dibattito, le affermazioni della dottoressa, ignota di nome e di fatto, erano state subito accantonate.

A Porto Ameno, nel pomeriggio, la neve si era sciolta, il sole era tornato a splendere e aveva ridato vigore alla proverbiale umida foschia del mese. Nessuno dei turisti o degli abitanti del luogo era stato in grado di ricordare un qualsiasi accenno di condotta insolita ferragostana da imputare al clima o ai loro comportamenti.

Tale assenza di testimonianze reali aveva alimentato una nuova teoria del complotto. I filmati video dovevano essere falsi e i dati meteo del tutto manipolati. I sostenitori di tale congiura erano dell’avviso che quell’episodio pazzo, sicuramente costruito in qualche studio televisivo, preludeva a un nuovo decreto governativo al fine di vietare gli spostamenti del quindici Agosto a causa dei sempre più frequenti eventi catastrofici.

Illazioni prese al balzo dalla schiera di assatanati leoni della tastiera per inondare i network con proclami inneggianti alla rivolta collettiva e per tempestare di ingiurie la pagina social di Ignota, ritenuta la vera responsabile della congiura. La psicologa era stata l’unica ad aver messo in campo un ragionamento plausibile, non ipotesi farneticanti, non un filmato o una serie di dati leggibili da sinistra a destra e viceversa. E un’esposizione ricca di contenuti e ben espressa, pur intuendo che le riguardasse, le tifoserie dei social non erano in grado di capirla, figurarsi confutarla. Era lei il nemico.

Il giorno successivo il sole la faceva sempre da padrone e i talk televisivi avevano ridato spazio alle solite stucchevoli diatribe. Tutto normale.

Solo le piante intorno al paese e alla riva del lago erano ingiallite in una notte e avevano iniziato un’incalzante, quanto prematura, danza autunnale. “Colpa della siccità”, affermavano i fautori della teoria del complotto, “il lago era ai livelli più bassi degli ultimi trent’anni”.

Quel giorno la pubblicità della ”Indifferenzina” andò in onda quaranta volte per ogni palinsesto televisivo, battuta solo dalla “Soporiferina”. Non quantificabile la sponsorizzazione dei due prodotti sui social media.

Del tutto ignorato, nei quindici giorni che seguirono, l’insolito picco di influenze fuori stagione verificatosi nella zona di Porto Ameno. Solo Ignota, nonostante gli insulti pesantissimi ricevuti, era rimasta della sua opinione e si aspettava da un momento all’altro notizie di zone nelle quali gli abitanti vagavano in preda al sonnambulismo.

© Cesare Ferrari 

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