Clessidra aveva un debole: stanca della sabbia sempre ferma del marito, si innamorava dei romanzi che leggeva e, proprietà transitiva, pur dei romanzieri...

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Clessidra

Clessidra aveva un debole: stanca della sabbia sempre ferma del marito, si innamorava dei romanzi che leggeva e, proprietà transitiva, pur dei romanzieri. Spinta dalle sue reazioni passionali, cercava di entrare in contatto con gli autori e, quando ci riusciva, inseguiva l’alone di poesia e le emozioni provate leggendone le opere. Scopriva allora che chi descriveva tramonti infuocati non vedeva oltre il proprio naso, chi avvolgeva di metafore figure eteree di irreali ballerine si muoveva come un orso… e non si immaginava che mancassero parole a chi aveva descritto tenerezze. 

Capì allora che non si è ciò che si vorrebbe essere e solo nei romanzi vive l’altro romanziere. Fu tale consapevolezza che la spinse a girare il bulbo del suo sposo e ne scoprì il narrato.

          © Cesare Ferrari  


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