Un pittore di buona fama vorrebbe raccogliere in un testo scritto alcune memorie di vita. Sarebbe adatto alla scrittura

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Io dipingo e tu scrivi

Un pittore di buona fama vorrebbe raccogliere in un testo scritto alcune memorie di vita. Sarebbe adatto alla scrittura, se non fosse puro spirito, il secondo nome dell'artista, percepito come mentore e spesso in contrasto con lui. Ai due viene in aiuto un reperto antico ritrovato nella cantina della loro casa di famiglia. Mentre l'artista affresca un panorama lacustre, l'insperato connubio tra pittura e scrittura si realizza. Nasce un testo che descrive le sofferenze della moglie dell'artista nel corso dei suoi ricoveri ospedalieri, spesso antagonisti rispetto alla sua salute, durante i quali si ravvivano ricordi del passato. La tela si conclude, non altrettanto il racconto. Nel frattempo, la magia che ha consentito l'incredibile risultato si è esaurita. Tuttavia, il percorso evolutivo compiuto da pittore e mentore durante la sofferta esperienza ospedaliera, spinge i due verso un abbraccio riconciliatore. Il gesto permette al pittore di acquisire la capacità di scrivere del suo invisibile compagno e di imprime un nuovo corso al testo. Si consolida l'amicizia con un anziano pittore conosciuto tempo prima nel nosocomio, mentre un quadro, dipinto dall'artista molti anni addietro, diventa crocevia di una serie di circostanze, volute e non volute, attraverso le quali l'attempato amico, che si riteneva condannato alla solitudine, viene a sapere novità importanti che lo riguardano.