Sulla terra, una notte, quasi neri furfanti si calarono ratti ignoti Giganti. Si guardarono attorno angosciati nel vedere i boschi incendiati. Sebbene senza un solo capello, con un semplice cenno al loro cervello, se li fecero crescer d’argento, palesando nel senno un intento...


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I Giganti

Sulla terra, una notte, quasi neri furfanti si calarono ratti ignoti Giganti. Si guardarono attorno angosciati nel vedere i boschi incendiati. Sebbene senza un solo capello, con un semplice cenno al loro cervello, se li fecero crescer d’argento, palesando nel senno un intento.

 Una “P” davanti a ogni nome riluceva le nitide chiome. I Pompieri, posti al centro dei fuochi, nudi e senza visiere, torsero insieme le folte criniere. Scrosci pregiati, riversati sui roghi, ne smorzarono tutti gli sfoghi.

 Fu la volta degli esperti Pontieri. Con gran dedizione prepararono archi snelli, costruiti di soli capelli, ma talmente invitanti da convincere i pochi esitanti.

Li percorsero lesti i Pacieri. Portavano intrecciati pensieri, i cui riccioli più convincenti sciolsero nodi tra i più dirimenti; poi, con fare da veri gendarmi, requisirono ovunque le armi.

Sparse reti di intessuti capelli e imbrigliati gli inutili orpelli, i Giganti tra i Pulitori rassettarono tutti gli orrori.

Spettinati dai loro mestieri fu la volta dei Panettieri. Dalle trecce incipriate come candida brina, calarono sacchi di bianca farina, per sconfiggere tutte le trame di chi vuole nel mondo la fame.

 Professori nell’arte più fina, praticanti la medicina, insegnarono scienze ai mortali, fruitori di cose banali e trascorsa l’intera nottata fu la terra del tutto sanata.


© Cesare Ferrari


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