"Una sera mite d’estate mi fermai a cenare in un ristorante sulla riva del lago di Comabbio. Locale elegante, terrazza con orizzonte verso il lago, portate ottime e servizio impeccabile..."

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Un pesce di nome Sandra

Una sera mite d’estate mi fermai a cenare in un ristorante sulla riva del lago di Comabbio. Locale elegante, terrazza con orizzonte verso il lago, portate ottime e servizio impeccabile. Terminata la cena ne approfittai per scendere lungo il prato, ben tenuto, fino a raggiungere un piccolo molo scuro che si allungava discreto per alcuni metri sull’acqua. Mi acquattai sulle assi di legno un po’ umide e rimasi ad osservare l’apparenza silenziosa dell’acqua, resa violacea dal tramonto avanzato del sole.

Passarono alcuni minuti prima di essere raggiunto dal gestore del locale a cui avevo chiesto il conto. Accortosi del mio interesse per il lago, l’uomo prese a fornirmi notizie riguardo al piccolo bacino. Nominò i paesi che lo circondavano, mi ragguagliò sul punto di maggior profondità, indicò con precisione alcuni sentieri panoramici da percorrere a piedi. Poi mi riferì che, per la prima volta in Italia, nei primi anni del secolo scorso, in quel piccolo lago era stata introdotta una nuova specie di pesce dallo strano nome femminile: Sandra, ovvero Lucioperca. Mi avvertì anche di non farmi trarre in inganno… non si trattava di un incrocio tra Luccio e Persico. Sandra era da ritenersi della famiglia dei persici, ma era un pesce autoctono che arrivava dai grandi laghi del nord.

Pagai volentieri il conto perché, oltre ad aver gustato il cibo, le parole del proprietario avevano aggiunto qualcosa al mio sapere e ricordato una fiamma lontana. Grottesco destino… incontrarla ancora… dopo tanti anni… mutata in pesce… sul molo di Comabbio!


© Cesare Ferrari

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