Unendo l’inizio del mare e i bagliori finali del quarzo avrete il mio nome. Mi affermano pazzo, pazzerello per chi, con pazienza, sopporta i miei sbalzi d’umore. Scusate se sono sincero, la mia indole è fresca, brillante… direi quasi frizzante...

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Sentore di Primavera

 Unendo l’inizio del mare e i bagliori finali del quarzo avrete il mio nome. Mi affermano pazzo, pazzerello per chi, con pazienza, sopporta i miei sbalzi d’umore. Scusate se sono sincero, la mia indole è fresca, brillante… direi quasi frizzante.

  Dopo mesi di freddo invernale, sono io che riprendo nel tono i mugugni dei musi allungati dal triste grigiore. Spazzo il cielo, lo rivesto d’azzurro brillante, rinverdisco il giallo dei prati, accarezzo le gemme spuntate e le nutro di note bagnate… solletico e liscio la terra per indurre tepore e mi piace vederla rinascere in fiore.

  Sì, lo so, a volte mi adombro e divento un po’ tetro, soffio venti che riportano indietro… ma alzate con senno lo sguardo! I ghiacciai, le cime, le colline più alte sono bianche di neve tuttora. Tra forcelle e pertugi, tra gli spazi di rocce rugose, mondate da frammenti non puri, le mie dolci correnti sono pigri risvegli d'istinti e speranze assopite di ieri… 

  Vi prego, non siate inclementi, non posso forzare gli eventi! Aspettate… mettete nei cuori pazienza e usate più rossi nei toni… sappiate, non è una chimera… già occhieggia con me primavera!


© Cesare Ferrari 

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