“Emerenziana... “, così si era presentata, con tanto di mano spiegata, la graziosa fanciulla a Tiziano, rimasto stranito a guardarla, incredulo a sentir tale nome...

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Emerenziana

  “Emerenziana... “, così si era presentata, con tanto di mano spiegata, la graziosa fanciulla a Tiziano, rimasto stranito a guardarla, incredulo a sentir tale nome. Era raro, spandeva profumi nell’aria e rimava “Genziana”, sprigionando azzurri in colore e note d’argento nel cuore.

  La sera seguiva ancora la mente tale dolce nenia del suono e ratto lo prese un pensiero: conoscer quel nome nel vero.

 L’antico volume dei nomi rivelò un segreto latino, “meritare” in costrutto verbale e “merito” derivato vicino. Non poteva significare alcunché di difforme, dal momento che, seppure in senso diverso, lui nel cuore di quel sostantivo era entrato in modo invasivo.

  Sapeva Tiziano, minatore profondo di ogni cosa che ha valore nel mondo, scavare per portare alla luce il mistero che giace nel fondo. E tale gioiosa scoperta un moto segreto gli fece affiorare, un dolce sentire dei sensi: conoscere come occorrenza per amare in ogni evenienza.


© Cesare Ferrari 

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