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Pensieri delle sera

13/07/2021 Se il pensiero fosse anche uno sguardo sosterebbe sui colori di un quadro. Riscontrata campestre marsina con lustrini di rossi papaveri, bottoni di tarassaco in giallo e margherite come fiore all’occhiello, con dolcezza di moto, lo sguardo pensiero scorgerebbe la parete rocciosa di un poggio. Sul colmo, una macchia di olmi con dovizia di rami sta di guardia ai confini spezzati del colle. Ginestre assetate radunate al sortir del dirupo si scompigliano al vento i capelli. S’arrabattano i gialli per restare aggrappati al frusciare dei rami, ma il veder della mente va oltre, ne oltrepassa i confini. Senza ostacoli discende la china che è dolce, gentile, concede un moto spedito e un chiarore... un chiarore sempre meno sfumato. Interrompe il suo moto lo sguardo e l’azzurra distesa del mare lo prende, vero abbaglio visivo che il pensiero difende. 

03-06-2021 S'è smorzato il primo calore del mese... timido ancora è il respiro d’estate, ma già il calar della luce reca un nuovo sentore. Si direbbe in arrivo quella placida, immota requie serale che tanto c’è dato sperare. Finestre da cui fuggono folate di odori, balconi fioriti, cicalecci di voci in colore, risonanze di piatti da apparecchiare, una romanza che a tratti scompare. E tutto è immerso in un sincopato rumore di fondo, in una bolla di azioni concluse ch’appaiono astratte, in un tempo più esteso per frenare la notte.

20-05-2021 È in affanno la sera. Le pesa quell’ora ceduta al chiarore legale. Eppure tale ritardo nel suo divenire serve a frenare l’ardore, a spegnere il bisogno di fare. Nel velo avvolgente, tra il vedo e non vedo, s’affaccia il bisogno di solo parole, ogni asprezza s’attenua, si confonde, si mesce nei nuovi pensieri che l’anima muove. Si riempie di voli lo spazio del cuore. 

28-10-2020 Ho avuto tanto tempo nella vita per pensare... eppure, da questo continuo ribollire mi è ben chiaro in assoluto di non aver cavato un ragno dal suo buco. Forse il buco era troppo stretto o forse non c’era nulla da cavare, però, cocciuto più di un mulo, continuo a cogitare.

17-06-2020 Eppure il vespro dovrebbe avere un momento finale, una voglia assoluta di raccontare, un bisogno terreno di confidare a qualcuno gli eventi occorsi dal primo mattino. Non ho altri a cui affidare questa urgenza inespressa. Solo a Te mi rivolgo in segreta preghiera, mentre stende il suo velo la tiepida sera.

16-06-2020 Mentre sfilo i miei panni, la sera, mi pare svestire tutto il corso del giorno. Lo so che sul far del mattino troverò nuovi eventi stirati e pronti per l’uso. Tuttavia, l’abitudine appresa dai miei genitori di piegare per bene le cose, mi spinge a non buttare il vissuto, a trattarlo come fosse un vestito. Ordinato per bene ed appeso alle grucce pensieri, diventa memoria del tempo, da tenere nell’armadio più ampio.

12-06-2020 Che due nature diverse riescano a plasmarsi fino a trovare il necessario significato esistenziale è certamente opera del Creato. Se si confronta il temerario salto di una cascata, fatto di spruzzi, rovesci e impetuosi rimbalzi, con il quieto e gorgogliante scorrere del torrente più a valle, verrebbe naturale pensare a due realtà estreme, destinate all’eterna contrapposizione.

Eppure trasportano la stessa acqua... È come se, superati percorsi diversi e allineate le opposte andature, fosse concorde il divenire: condurre l’essenza vitale sempre più avanti, alle soglie del mare.

10-06-2020 Eh... sì, mi piacerebbe davvero, come scritto in un vostro commento, che qualcuno narrasse altre favole come mio emolumento.

08-06-2020 Il vento scompiglia i capelli a una macchia boschiva che declina sul mare. Tra ginestre ondeggianti di giallo appare e poi sembra svanire il muro in pietra di un casolare. Da una finestra, a lato della struttura, s’affaccia il pensiero... e respira. La sera abbraccia la bruma frizzante e risale la china trasportando sapore di mare con residui di spuma. Due vele costrette di sghembo gareggiano oblique tra folate di vento e onde bordate con strisce d’argento. Ma il film che vede il pensiero ha poca durata, è un cortometraggio.

Disturbato da un sibilo acuto si desta dal sogno e ritorna al reale: solo nero di seppia dai vetri, fulmini albini e il cupo rullar di tamburi percossi con mazze dai tuoni.

05-06-2020 Mia nonna Celeste, milanese e Celestina per il nonno, mi faceva i grattini sulla schiena con l’ago per “tricottare” la lana. Una vera goduria! Chiudevo gli occhi mentre brividi di piacere mi scorrevano tra le scapole e il collo.

Mia nonna Fortunata, isprese e Fortunina per il nonno, mi diceva: “Te set el me puresin negher!” Mentre lo esclamava sorrideva mettendo in mostra i suoi denti sopravvissuti alla Piorrea. Nonostante non trovassi ragione per essere “il suo pulcino nero”, in quanto mi lavavo spesso (spesso costretto) e di nero avevo forse solo un’ombra nei capelli, amavo quell’esclamazione e la risata dolcemente spuria che l’accompagnava. Molte volte era una della ragioni che più tenevo nei miei pensieri per desiderare i rari ritorni nel paese natale di mia madre.

Se dovessi scegliere non saprei se privilegiare il beneficio sensuale della nonna milanese o la metafora nerudiana della nonna isprese. Credo che abbiano lo stesso valore, dato che custodisco le due memorie in un posto speciale.

Adoro ancora i grattini... e di metafore, come Mario il postino, non credo di essere avaro nel mio quotidiano.

04-06-2020 Durante l’isolamento mi sono mancati gli abbracci, al punto che me li sono inventati. Immaginavo la sera allungare mani di nuvole brune verso il tramonto, e il sole con i suoi rossi cadenti cercare un appiglio tra gli scuri velami. Un timido accenno di gote infuocate, una voglia di trattenere, un passaggio di testimone tra l’arrivo imminente di ieri e la rosea promessa di un nuovo domani. 

03-06-2020 “La tristezza ha il sonno leggero”. È un libro che mi ero appuntato il tre giugno 2016. Lo volevo quando era ancora fresca una certa ferita, ma ora non più. Oggi non voglio entrare nei particolari, conosco il nemico a tal punto da sapere che basta un attimo di disattenzione, un inciampo, un qualsiasi particolare, per svegliare l’insonne. Mi basta il titolo e lo pronuncio con un filo di voce ben sapendo di poterlo destare (Autore: Lorenzo Marone - Ed. Longanesi).

02-06-2020 Qualcuno si è mai domandato dove vada a dormire il sole, quando, vinto dal sonno come accade per ogni essere umano, viene spinto dalla fragile sera oltre la linea sottile che limita il rosso suo arcano? E ancora: chi lo sveglia di primo mattino?

Io so che tale domanda un certo poeta in vena di porre quesiti, non si sa se indicati per pura poesia o voluti per indurre a pensare, l’ha scritta in un libro un po’ strano che dentro m’intriga. In arte l'autore si chiama Neruda. La risposta per ogni quesito-poesia si traduce in un gioco sfrontato tra prosa e malia: "So che il sole, al suo acceso declino, non trova il letto già pronto, ma solo un focoso divano. Ha cuscini fatti di lava e schienali di brace ancor viva, i braccioli divorati da fiamme, in un fuoco acceso e perenne. La sua doccia scintilla lapilli negli scrosci dai rari intervalli, poi si spalma le macchie solari con metano e prodotti lunari. Totalmente sfinito e rapito da un sogno gassoso e caduco, s’addormenta al tepore del fuoco. Geme un poco girandosi prono, finché Alba lo sveglia al mattino." 

("Chi sveglia il sole quando dorme dentro il suo letto bruciante?" dal "LIBRO DELLE DOMANDE" di Pablo Neruda. La risposta qui scritta fa parte del mio "LIBRO DELLE RISPOSTE") 

29-05-2020 Ogni sera può essere lieta, triste, sempre uguale, persino inospitale, ma non è diversa la sera, veste solo la nostra atmosfera. 

27-05-2020 Un pensiero leggero stasera, quasi fuori di testa!

Oggi, mascherina sul far della bocca, ho lavato l’auto con l’aiuto (aiutooo!) dei miei nipoti.

Stabilito l’ingaggio:

“Vi do tre euro ciascuno...”

“Eh nonno che braccino! Cinque almeno!”

“Vabbè ora ve ne do tre perché non ho più moneta... i due la prossima volta”.

Mugugno generale, ma nessun sciopero in vista.

Auto nella sala lavaggio, pompe alla mano e via, parte il risciacquo. Poi shampoo nel catino, si riempie di acqua e tre mani munite di spugna iniziano a giocare sulla carrozzeria. Dopo un po’ di spruzzi, pantaloni e magliette inzuppate, qualcosa di inquieto mi sfruguglia di dentro. Che strano! Che poca schiuma fa questo shampoo... Un dubbio mi assale, raccolgo il contenitore di plastica e leggo:

“Esselunga Casa Legno, protegge tutte le superfici porose”.

Se la mia auto non avesse le ruote, stasera sarebbe un brillante, lubrificato parquet!

26-05-2020 È calmo il mio pensiero. Vaga un po’ ovunque a colmare i vuoti generati dall’arretrare del giorno, tenendo fermo il desiderio del respiro... sarebbe negligenza, persino grave dolo turbare il tono del silenzio, così discreto e vago nel suggerire al mondo l’accenno a un passo nuovo: attendere la notte cullati dal dolce riposo.

25-05-2020 Non ci fosse la sera e il giorno passasse di colpo alla notte, non ci sarebbe spazio nel mezzo. Dal continuo operare del verbo del fare si andrebbe diritti ai sopori del sonno. Nessun momento di riflessione sull’operato compiuto durante la luce, nessun dettaglio a ridestar per un attimo il perduto stupore, nemmeno un gesto da ricordare, un amico o un’amica che valga la pena di menzionare. Neppure il nodo che stringe la gola nel vedere la foto che ami... e quel silenzio che ormai ti accompagna e che da tempo non temi. Negato un saluto veloce a tuoi cari... solo uno schianto dalla luce al buio terreno, così, di colpo, senza ausilio del freno. Privati di ogni slancio sincero... interrotto anche questo pensiero.

24-05-2020 L’autostrada del giorno si riduce in sentiero sul far della sera. La notte che segue spalanca il suo manto profondo. Ma l’alato destriero del sogno guida in volo l’ignaro dormiente al di là della tenebra oscura e induce riposo al travaglio del conscio.

20-05-2020 Quanto è dolce la sera stasera... ho passato il tempo del giorno a parlar di capelli, a favolare la risposta di rito che introduce Neruda ad un certo quesito, agli impegni sempre più urgenti, a distrarre la mente per tenerla distante.

Quanto vale la sera per tornare all’essenza del vero sentire, alla quiete del buio nel suo divenire, al frenare gl’intenti delle cose da fare...

Quanto vale la sera per fermarsi un breve momento a pensare...

19-05-2020 È solo alla sera che scorre tra le dita il mio giorno, come gemma di pulito Rosario. Non tutte le grane han profilo rotondo, tuttavia non le scarto, le conservo per capire il difetto... non importa se un giorno, un domani o in un altro progetto.

17-05-2020 Quando giunge la sera apro le mani e lascio cadere ciò che ho stretto nei pugni: ogni sguardo incontrato, i respiri compressi in un lembo di panno, gli abbracci frenati ai congiunti nipoti, il tepore del sole, la sua luce che ravviva il colore, ogni sogno intrapreso, velate intenzioni, la stanchezza che frena gli anziani, la cura dei fiori, i volti di parole non scritte che disegnano smorfie contratte, i gesti che ripeto ogni giorno, il periodo di isolamento rubato all’esiguo mio tempo...

Reggo solo una breve preghiera nei palmi tenuti vicini, per alzarmi spogliato e di nuovo indossare il domani.

16-05-2020 Ritarda il pensiero. È già notte inoltrata e forse soltanto domani avrà forma compiuta; non mi devo crucciare se il tempo dell’oggi ha i pensieri di ieri. Sono tali i ricordi che nascono nell’immediato presente pur essendo materia di un passato vacante.

13-05-2020 Sono uso la sera, dopo breve lettura, la luce appena smorzata e un velato torpore che precede l’inconscio del sonno, annullare l’esigua distanza che separa i guanciali, cercare un contatto illusorio, un amplesso di trepide mani, l’immutato sentor che ci sei... come prova che ancora mi ami. 

10-05-2020 Non è solo alla sera che cerco il tuo viso, né un solo giorno lo può rammentare. Quel tuo continuo brigare, vegliare, operare, sfinirti in atti d’amore non sempre capiti e di rado tornati è come onda che affiora lontana nel mare, si gonfia e s’arriccia... per poi frangersi sulla riva del cuore

© Cesare Ferrari  

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